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Comune di Montale

Itinerario di Striglianella

 

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dislivello salita m. 102
lunghezza a/r km. 2.6
tempo di percorrenza andata h. 0.30 ritorno h. 0.25
tipo di tracciato strada asfaltata
attrezzatura: scarpe comode, mantellina, borraccia
punto di partenza: bivio per Striglianella
segnaletica nessuna
difficoltà facile

Da Montale si prosegue in direzione Tobbiana. Passata la frazione di Fognano si incontra il bivio per Striglianella. Lasciata l'auto ai bordi della strada si prende la stretta strada asfaltata che corre in leggera discesa attraverso un oliveto (1) e campi coltivati, tagliando il versante destro (per chi guarda verso valle) del torrente Agna. In breve si attraversa il ponte sul torrente Agna degli Acquiputoli, si giunge al mulino "Matteoni" e in falso piano si raggiunge un piccolo monumento eretto in memoria delle vittime trucidate dai tedeschi durante l'ultima guerra. In leggera salita si abbandona sulla destra il "Lago dei lupi" (laghetto artificiale per la pesca sportiva) e si sale, si attraversa un ponte in pietra sul torrente Agna delle Banditelle e si giunge, infine, all'abitato di Striglianella (m.298) (7). La graziosa chiesetta di S.Pietro (ricostruita nel 1914) e la vecchia scuola comunale sono le uniche testimonianze della vecchia borgata completamente distrutta nel corso della seconda guerra mondiale.

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Striglianella (m 298): borgata di case situata sul versante sinistro dei torrente Agna delle Banditelle. Dal paesino (panorama sulla pianura pistoiese) si diramano alcune strade di smacchio che attraversano rigogliosi boschi e raggiungono il crinale.

Percorso bike Montale-Cascina di Spedaletto (km. 30): dalla piazza principale di Montale (m. 86) si raggiunge Belvedere e quindi il podere Occhini (m. 169). Da qui una mulattiera continua a salire presentando alcuni tratti scoscesi e mal percorribili fino al rudere dei podere del Casello (m. 432). Si prosegue a diritto sulla mulattiera principale e, dopo poche curve, si giunge alla villa Rossa (m. 646). Si continua a salire per circa 2 km fino alla strada asfaltata "Pistoia-Riola" che seguiremo a destra fino alla deviazione per Tobbiana. Lasciata la "Pistoia-Riola" si percorrono pochi chilometri fino a Cascina di Spedaletto (m. 88 1) e si prosegue lungo la strada che segue il confine tra i comuni di Cantavamo a di Montale, scendendo infine a Tobbíana e quindi a Montale.

1- Olivo (Olea europaea): è originario del Mediterraneo orientale, ma è ormai largamente diffuso in tutta l'Europa meridionale e in altre regioni a clima tipicamente mediterraneo. Viene coltivato per il frutto, che può essere consumato in salamoia o spremuto per ottenere l'olio. I frutti freschi e maturi che vengono spremuti contengono circa il 20% di olio: quest'ultimo viene commercializzato e utilizzato sia come olio da tavola da consumare crudo, sia per la cottura dei cibi. Le olive da tavola vengono messe in salamoia sia mature, sia acerbe; le olive mature, quando sono fresche sono nero - bluastre e durante la macerazione in salamoia diventano nere. Il seme, o nocciolo, spesso viene eliminato per farcire l'oliva con peperoni, aglio o acciughe. Il legno dell'olivo coltivato è molto duro e presenta striature che lo rendono pregiato e adatto a lavori di ebanisteria.

upupa.bmp (16454 byte) 2 - Upupa (Upupa epops): facilmente riconoscibile dalla forma e dai colori, l'upupa ha il becco lungo e ricurvo, ali e code barrate bianco e nero, e un ciuffo di piume colora arancione e nero sulla testa che sventaglia a riposo per comunicare la propria presenza sul territorio e ripiega durante il volo e in caso di pericolo. Il suo volo è ondulato, con un movimento "a farfalla" delle larghe e arrotondate ali.   Si ciba di insetti e di piccoli rettili e anfibi che scova nel terreno e cattura con il suo affilato becco che funge da pinza. Il grido è una serie inconfondibile di "UP -UP".
barbagianni.bmp (13438 byte) 3 - Barbagianni (Tyto alba): con il suo "faccione" a forma di cuore molto evidente, il barbagianni ha un piumaggio rosso ruggine sul dorso, mentre è bianco sul ventre. Rapace notturno, caccia volando silenziosamente a bassa quota in esplorazione fino a piombare velocemente sulla preda afferrandola con i suoi potenti artigli. Il suo canto consiste in una serie di "sgrieg-sgrieg quando è immobile sul posatoio (ramo) in difesa del territorio e in " yet-yet" in volo. Il barbagianni si difende dai predatori mimetizzandosi contro un tronco girando la testa e nascondendo il ventre bianco.
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4 - Papavero (Papaver rhoeas): cresce nei prati e fiorisce soprattutto d'estate, producendo numerosi fiori che perdono i petali nell'arco di un solo giorno. La pianta è eretta, alta fino a 6o cm e produce fiori isolati, con grandi petali sovrapposti di colore rosso, spesso macchiati. Il nome popolare di questo papavero è "rosolaccio' che lo indica come la rosa dei campi, infatti, fino a poco o fa, non era difficile osservare la fioritura associata a coli di frumento, oggi l'uso diserbanti selettivi ne ha limitato la crescita in modo considerevole.

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5 - Pero (Pyrus communis): è un albero spinoso, alto fino a 15 metri che produce frutti aspri. E l'antenato di tutti i peri coltivati ottenuti negli anni, mediante numerose selezioni e ancora oggi viene sfruttato per gli innesti di nuove varietà.1 numerosi fiori sono bianchi, le foglie sono verdi scure e lucide con apici acuminato e margine seghettato, nei rami ci sono spine, i frutti giallognoli divengono marrone quando maturano Il legno è facilmente lucidabile ed intagliabile, viene utilizzato anche per costruire strumenti musicali.

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6 - Erica scopina (Calluna vulgaris): pur essendo molto diffusa, preferisce climi freddi e suoli acidi, su cui cresce in cespugli sempreverdi fino a un'altezza di 60 cm, con fiori verdi, rosa, rossi. Ricchissima di nettare e fornisce alle api la materia prima per il miele scuro Il legno delle radici è utilizzato per fabbricare pipe, le branche ramose sono utilizzate per fare scope da giardino.

(Tratto da opuscolo a cura della Comunità Montana - Redazione Fabio Nesti e Roberto Recati - Disegno Laura Arcangeli)