com_mont.jpg (4978 byte) Comunità Montana Appennino Pistoiese

Comune di Pistoia

Itinerario di Collina P.se
da  Pracchia al passo di Collina P.se

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dislivello salita m. 320
lunghezza a/r km. 11
tempo di percorrenza andata h. 2 ritorno h. 1,30
tipo di tracciato strada asfaltata - sterrata   - sentiero
attrezzatura: scarpe da montagna, mantellina, borraccia
punto di partenza: parcheggio di Pracchia
segnaletica bianco - rossa sentieri CAI - MPT- GEA
difficoltà facile

 

Dal parcheggio di Pracchia (1) si prende il sottopassaggio ferroviario e si continua a destra verso gli stabilimenti dell'Acqua Silva (piccola fontana a destra). La strada sale e diviene sterrata per un breve tratto, quindi nuovamente asfaltata. Dopo circa 1,5 km, nei pressi di una curva a gomito, si piega a destra, imboccando un sentiero che risale per pochi metri un fossetto per poi piegare a destra nel bosco (attenzione a non imboccare la strada di smacchio). Si percorre il sentiero in salita aggirando Poggio Lagoni, giunti alla sella, si scende, si attraversa un prato incrociando una strada sterrata. Si prosegue su questa a destra, si sfiora a sinistra un piccolo lago e si giunge nei pressi di un bivio (2). A diritto si prosegue lungo la strada sterrata, salendo al paese di Collina Pistoiese (3). Il percorso di ritorno può essere effettuato percorrendo a ritroso la strada fino al bivio per Lagoni. Si prosegue a diritto con alcuni saliscendi, fino a scendere a Pracchia.

 

treno.gif (19850 byte) 1 - Pracchia (m. 617): l'abbondanza d'acqua del fiume Reno come forza motrice, la grande quantità di legname come combustibile e la vicinanza con i centri di produzione di "ferraccio' di Maresca e Orsigna fecero sì che la zona di Pracchia fu scelta, intorno al XVI secolo, per costruire degli altiforni per la lavorazione del ferro. La piccola borgata di case di operai ebbe nel 1687 la sua chiesa che il Vescovo Scipione De Ricci intitolò a S-Lorenzo. Alla fine del 1700 vennero abbandonate tutte le lavorazioni del ferro ormai non più competitive e inizio un lungo periodo di crisi fino all'inaugurazione della tratta ferroviaria Porrettana avvenuta nel 1864,quando Pracchia divenne stazione ferroviaria della Montagna Pistoiese.
lagoni.gif (20317 byte) 2 - Variante San Mommè.- dal bivio a destra si scende al "quaglíodromo", si piega a sinistra e poi subito a destra prendendo la strada che costeggia un recinto fino a scendere sulla strada asfaltata. Si svolta a destra e si scende al lago per la pesca sportiva (Lagoni). Una mulattiera a sinistra scende alla località Piloni e, su strada asfaltata a San Mommè (circa h 1,40 da Pracchía). Da San Mommè si può tornare a Pracchia con il treno. (Orario 1998 San Mommè-Pracchia: 5.38 - 738 " 8.40 " 13 ' 41 * 14.46 * 16 ' 43 * 1741 il biglietto si può fare sopra il treno).
3 - Collina  (m.932): sul passo omonimo (detto anche Passo della Porretta), si trova la piccola borgata della Collina Pistoiese. La sua origine e assai recente, essendo nata con l'apertura della strada Leopoldina intorno al 1847, ma il passo sembra che fosse conosciuto addirittura in epoca etrusca.
picchio.gif (24510 byte) 4 - Picchio verde (Picus viridis): ha un piumaggio colorato: verde nelle parti superiori, parte ventrale giallognola e una calotta rossa sul capo con mustacchio rosso nei maschi e nero nelle femmine. Ha una lingua molto lunga (circa 8 cm) che termina con una serie di uncini ad "amo", questa viene accolta da un astuccio osseo che avvolge il cranio. Il picchio con il suo forte becco perfora il tronco e con la lunga lingua ricoperta di saliva vischiosa cattura larve ed insetti. 1 battiti del becco, ammortizzatati dalla struttura spugnosa del cranio, possono raggiungere ritmi assai elevati. La sua presa sul tronco è favorita dalla struttura delle zampe che possiedono dita opposte con unghie forti e ricurve; la coda favorisce come punto d'appoggio la risalita. Con una traiettoria di volo molto ondulata il picchio controlla il proprio territorio trasmettendo messaggi visivi e sonori assai inconfondibili.
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5- Cinciallegra (Parus malor): piccolo e grazioso uccello (14 cm) è il più comune delle Cince. E' facilmente riconoscibile dal piumaggio: ha la testa nera con le guance bianche e una striscia scura che dalla testa scende su tutto il corpo giallo-verde. Il suo canto è una varietà di gridi e richiami che si ascolta nei boschi dove nidifica.
Sedentario si ciba soprattutto di  semi.

6 - Erica scopina (Calluna vulgaris): pur essendo molto diffusa, preferisce climi freddi e suoli acidi, su cui cresce in cespugli sempreverdi fino a un'altezza di 60 cm, con fiori verdi, rosa, rossi. E' ricchissima di nettare e fornisce alle api la materia prima per il miele scuro. Il legno delle radici è utilizzato per fabbricare pipe, le branche ramose sono utilizzate per fare scope da giardino.
pervinca.gif (12385 byte) 7 - Pervinca (Vinca minor): pianta erbacea protetta, con base legnosa, le foglie sono lanceolate larghe e lucenti, i fiori isolati, hanno la corolla a cinque petali e sono di color azzurro delicato. Diffusa nei boschi di latifoglie e su terreni ricchi di humus, si sviluppa rasoterra con steli lunghi anche 3 metri. La foglia contiene numerose sostanze attive tra cui  la vincamina, avente un'azione dilatatrice sui vasi sanguigni. Nel medioevo la pervinca veniva intrecciata per fame ghirlande da donare ai condannati a morte in quanto simbolo d'immortalità.

(Tratto da opuscolo a cura della Comunità Montana - Redazione Fabio Nesti e Roberto Recati - Disegno Laura Arcangeli)